giovedì 30 luglio 2020

Sigari Cubani di Adriana Fabozzi

Buona giornata amici lettori!

Oggi vi segnalo una nuova lettura estiva. Si tratta di 'Sigari Cubani' di Adriana Fabozzi.

A volte è necessario perdersi, per poi ritrovarsi.


Acquistalo qui



Editore: Gruppo Albatros (15 novembre 2018)
Collana: Il Filo
Genere: Romance contemporaneo
N° pagine: 197


Ogni mattina, intorno alle otto e trenta, il rituale di Asia è sempre lo stesso: afferra il telefono e guarda il messaggio di buongiorno del suo fidanzato Lorenzo.
Quella della giovane Asia è un'esistenza prevedibile e scontata, con la sua mania di perfezione e il desiderio di stabilità, ma cosa può succedere quando il guscio perfetto che si è costruita si scontra con un mondo fatto di tradimenti e bugie, corrotto e privo di valori?
Il suo bisogno di sapere cosa c'è al di là della ragione, di lasciarsi andare e perdere il controllo, di fare qualcosa di sbagliato, a un certo punto prende il sopravvento, e si ritrova a indossare la maschera dell'inganno, come fanno tante persone accanto a lei.
Da quel momento inizia per Asia un periodo turbolento, in cui è divorata dal senso di colpa, finché un uomo infedele e senza scrupoli le farà aprire gli occhi sulla direzione da intraprendere nella sua vita.
A volte è necessario perdere di vista per un attimo i valori più importanti per poi ritrovarli più forti di prima, riuscendo ad accettarsi per come si è, con tutte le proprie imperfezioni.


'Ho immaginato un luogo dove non ci sia il silenzio, ma voci, dove non ci sia la menzogna, ma la verità, dove non ci siano maschere, ma volti, dove non ci siano fantasmi, ma persone che camminano a testa alta guardandosi negli occhi senza timore e senza doversi nascondere.'



  🎯 Se ti è piaciuto questo post,  🔗 condividi sui social 😉

                                                 ⇓⇓

martedì 28 luglio 2020

Massimo Gramellini


Esistono vari modi per firmare una tregua con il cervello, 
alcuni salubri altri decisamente meno, 
eppure tutti si chiamano allo stesso modo: viaggi.

Massimo Gramellini - Avrò cura di te

sabato 25 luglio 2020

Il diario segreto di Madame B. di Emanuela Esposito Amato

Acquistalo qui
IL DIARIO SEGRETO DI MADAME B.
Emanuela Esposito Amato



Editore: Alcheringa Edizioni (10 settembre 2018)
Collana: I quarzi rosa
Genere: Narrativa contemporanea
N° pagine: 326

Dopo la perdita dei genitori, l'abbandono da parte del convivente e il licenziamento dall'impiego decennale di esperta antiquaria, Joséphine Bressi rispolvera l'arte culinaria per cui ha un talento innato e per sbarcare il lunario inizia a preparare manicaretti da recapitare a domicilio.
Durante una di queste consegne, la signora Cortese le offre la possibilità di tornare a occuparsi di antiquariato, coinvolgendola nell’arredamento degli interni di un lussuoso resort turistico.
Tendenzialmente asociale e molto spesso maldestra, Joséphine si lascia convincere, ma questo significa che dovrà lavorare con l’altera, ostica e sempre perfetta Domitilla e soprattutto con Massimiliano, l’architetto giovane e attraente che si occupa della realizzazione del progetto e per cui sin da subito prova dei sentimenti contrastanti di attrazione-repulsione. Lui però sembra molto affiatato e in confidenza con Domitilla.
A complicarle ancor più la vita arriva l'immagine sfocata di una donna che le appare nello specchio di una toelettina francese di inizio Ottocento che fa parte del lotto di mobili antichi che ha scelto per il progetto.
Logica e controllata, razionale e fredda, Joséphine cerca di superare con la ragione sia l’impatto emotivo e gli strascichi che la visione ha su di lei, sia i contrasti e le incomprensioni con Domitilla e Massimiliano, ma la sua quotidianità sembra non avere pace, e durante il restauro, da un cassetto nascosto del secrétaire vengono fuori tre quadernetti e un dagherrotipo che ritrae proprio la donna dello specchio...


La mia opinione

Il diario segreto di Madame B. è il libro d’esordio per Emanuela, collega della grande famiglia Alcheringa Edizioni (di lei vi parlerò prossimamente nella rubrica ‘Autori famosi e non’).
Il libro l’ho letto in ventiquattro ore: una lettura piacevolissima e scorrevole. Un concentrato di emozione e mistero, scritto con grande abilità, senza lasciare nulla al caso.
Sono due le storie che corrono parallele, pur su due piani cronologici ben distinti; sono narrate in maniera alternata, in modo da consentire al lettore di conoscere a poco a poco le due protagoniste.

Josephine, determinata ma dai modi impacciati, è la ragazza napoletana protagonista della storia contemporanea. Rimasta senza genitori, senza lavoro e alla fine di una intensa storia d’amore, cercherà di sbarcare il lunario preparando dolci sfiziosi per piccoli catering. La sua passione per l’antiquariato, però, le farà ottenere un incarico come arredatrice d’interni di una splendida villa a Ravello. I mobili antichi da lei scelti le riserveranno inattese sorprese e grandi emozioni.



Se c’è un aspetto che mi affascinava, quando mi occupavo di antiquariato, era proprio quello di immaginare quali e quante vite avevano condiviso quei mobili prima di arrivare tra le mie mani. Per quel tavolo, come per tutti i pezzi che avevo in casa, avevo provato un’attrazione fulminea e pur di includerlo tra i miei conviventi di legno antico avevo fatto non poche rinunce.




Con Delphine, invece, Emanuela ci catapulta nella Francia del 1840. Il racconto è affidato direttamente alle parole della protagonista, attraverso le pagine del suo diario segreto. Questo permette al lettore di entrare nelle pieghe più recondite delle emozioni, delle ansie e delusioni della donna francese.


Ho appena riletto le pagine che ho scritto nei giorni scorsi. Vivo di ricordi, visto che non succede mai nulla in questo posto dove anche respirare mi opprime! E a proposito di ricordi, poco fa ripensavo al giorno del mio matrimonio. Per tutte le donne è il giorno più bello della vita, quello di cui si serba felice memoria. Per me non fu così.



Le due storie corrono parallele tra loro senza un’apparente punto in comune, fino ad una incredibile scoperta, destinata a cambiare per sempre la vita di Josephine.



Mi sono piegata sulle ginocchia e ho estratto con la massima cautela il contenuto del cassetto, avvolto in un panno di lana sottile, color avorio. Al tatto ho percepito una forma solida, squadrata, e altre meno rigide che non sono riuscita a individuare. Ho portato tutto sul piano da lavoro e insieme a Ciro ho spacchettato gli oggetti. Quello è stato il momento in cui ho creduto di perdere conoscenza. Mi sono sentita diventare sempre più pallida, le mani tremavano e ho dovuto mettere giù il dagherrotipo incorniciato che avevo preso tra le mani.



Anche i personaggi secondari sono ben delineati e fanno da contorno alla storia introducendo in maniera delicata, ma incisiva, temi quali i rapporti famigliari controversi, l’omosessualità, i disturbi alimentari, l’amicizia, la solitudine.


Un libro che ho letto volentieri e nelle cui storie parallele mi sono immersa, sentendomi goffa e impacciata, ma con una gran voglia di rivalsa, nei panni di Josèphine e insoddisfatta e sempre in cerca di nuove emozioni, nei panni di Delphine.

Un applauso a Emanuela che con grande abilità mi ha fatto viaggiare da Napoli alla Francia e dal 2013 al 1840, senza annoiarmi mai.
Un libro fresco, vivace e ben scritto. Consigliatissimo.
Buona lettura!


Poche macchine intralciano la mia discesa dalla collina di Posillipo verso casa.
Gli acquazzoni hanno forse scoraggiato le uscite serali o più semplicemente fra Natale e Capodanno si sta in casa a riprendersi dal primo e prepararsi per il secondo.
Terza ipotesi, la città si è svuotata nei quartieri ricchi.
I suoi abitanti, esclusi dal piacere della lotta quotidiana per l’esistenza, hanno ripiegato a malincuore su spiagge esotiche, cime innevate o capitali alla moda. Meglio così.
Ci metto appena un quarto d’ora per arrivare a Bagnoli.
In compenso devo girare mezz’ora prima di trovare un posto dove mettere in pausa la mia asmatica assistente di consegne a domicilio.
È evidente che qui la gente è rimasta fra le confortanti mura domestiche.
Che poi, detto fra noi, è un privilegio anche averle, le quattro mura, con i costi delle tasse o gli affitti improponibili.




  🎯 Se ti è piaciuto questo post,  🔗 condividi sui social 😉

                                                 ⇓⇓

martedì 21 luglio 2020

Il sole oggi splende, ma ieri?


IL SOLE OGGI SPLENDE, MA IERI?

Lo so, la risposta che viene spontanea dire è ha splenduto.
Ho sentito qualcuno che ha addirittura azzardato un aberrante splese, sul quale sorvolerei.

Splenduto in italiano non esiste. 
Anzi, per essere più precisi, esiste e, da un punto di vista strettamente tecnico, è pure regolare, ma il suo utilizzo è relegato a qualche attestazione della lingua scritta, aulica e poetica.

Nell’uso comune, quindi, splenduto non esiste e non si usa!

Per questo motivo dovremo rinunciare all’utilizzo del passato prossimo e pensare a formule alternative, come ad esempio il sole splendette, il sole ha brillato, era una giornata di sole, oppure oggi il sole spende come non ha mai… fatto prima.


Il verbo splendere non è il solo ad avere questo problema.

Ci sono alcuni verbi che non hanno il participio passato, pertanto, non possono formare i tempi composti. Sono i cosiddetti verbi difettivi, ossia quelli che non hanno la coniugazione completa, ma presentano solo alcune voci. Questi verbi sono impersonali e si usano soltanto alla 3^ persona singolare o plurale.
È il caso, per esempio, dei verbi competere, concernere, dirimere, divergere, incombere, esimere, transigere, soccombere, splendere o risplendere, aggradare, prudere, urgere, vertere, vigere.

Quando abbiamo intenzione di inserire questi verbi nei nostri testi scritti è buona abitudine avere sotto mano un dizionario dei sinonimi e contrari, in modo da trovare una forma alternativa al passato prossimo o al participio passato, che non hanno.

Es. con il verbo soccombere:
Se Misurata soccombesse alle bombe, sarebbe gravissimo (congiuntivo imperfetto).
Se Misurata fosse capitolata sotto le bombe, sarebbe stato gravissimo (soccombuta non esiste).


A questo punto, cari amici, vi faccio un’altra domanda…

Oggi il sole splende, ma ieri ha piovuto o è piovuto? Appuntamento al prossimo post. 😜





Fonti: Pubblicazioni di Elisabetta Perini - Pubblicazioni di Laila Cresta - Vocabolari della lingua italiana - Wikipedia - grammaticaitaliana.eu - Articoli vari.


🎯 Se ti è piaciuto questo post,  🔗 condividi sui social 😉

                                                 ⇓⇓

domenica 19 luglio 2020

Il profumo del Sud di Linda Bertasi


Buona domenica, amici! 

Per le vostre letture d’estate vi segnalo la nuova edizione del romanzo storico 
‘Il profumo del Sud’ di Linda Bertasi.

La traversata dell’Atlantico in viaggio verso il Nuovo Mondo, un incontro inaspettato, bianche distese di cotone sullo sfondo della sanguinosa guerra civile. 
Una storia d’amore che vince ogni avversità. 
Non perdetelo!

Link per l'acquisto


Editore: Indipendent Publishing
Genere: Romance Storico
N° pagine: 345



Porto di Genova 1858 - Venuta a conoscenza del suo scomodo passato, Anita Dalmasso decide di partire per il Nuovo Mondo. La traversata dell’Atlantico segnerà profondi mutamenti nella sua vita: l’incontro con l’affascinante uomo d’affari americano Justin Henderson e quello con Margherita Castaldo, liberale e impavida proprietaria terriera. Giunta a New York seguirà la nuova amica nella sua piantagione a Montgomery e qui sarà conquistata dalle bianche distese di cotone, dai profumi e dai colori del profondo Sud americano, con i suoi contrasti e le sue ingiustizie. Il destino avrà in serbo per lei non solo il rosso della passione, ma anche i travolgenti venti di guerra che si profilano all’orizzonte e che porteranno un’intera nazione alla guerra civile, sconvolgendo ancora una volta il corso della sua esistenza.
CONTIENE LO SPIN OFF La Magnolia.

All'interno: Prefazione di ADELE VIERI CASTELLANO.



  🎯 Se ti è piaciuto questo post,  🔗 condividi sui social 😉

                                                 ⇓⇓

martedì 7 luglio 2020

I computer o i computers?


I COMPUTER O I COMPUTERS?

Vi tolgo subito il dubbio dicendo che la forma corretta è i computer.


Sul plurale delle parole inglesi c’è spesso molta confusione e se ne sentono di tutti i colori (Es. i leaders, i gays, i files, i fans o nella forma singolare il fans, oppure un marines).


La vera domanda è: nella forma plurale delle parole straniere (inglesi, ma anche francesi, spagnole o portoghesi) la -s finale va messa oppure no?

La grammatica italiana dice che le parole straniere, entrate nell’uso corrente della nostra lingua, rimangono invariabili, ossia conservano la stessa forma sia al singolare che al plurale.
È il caso, per esempio, di parole come i quiz, i tram, i bar, gli sport, che nessuno sognerebbe mai di pronunciare con la s finale.
Gli esempi di parole straniere entrate nel nostro vocabolario quotidiano sono numerosissime e tutte senza che debba essere pronunciata la s per la versione plurale: i manager, i budget, i teenager, i croissant, le gaffe, gli hamburger, i film, i leader, le mail, i gadget, le performance, i corner, i test, i record, gli spot, le fiction, le top model, e sono sicura che, pensandoci ancora un altro po’, a ciascuno di voi ne verranno in mente tante altre.

Se, però, la parola straniera è entrata da poco nel linguaggio comune, oppure se appartiene a un linguaggio tecnico di un determinato settore (medicina, meccanica, economia, pubblicità) si tende a mantenere la s finale per la versione plurale. È il caso, per esempio, di termini tipici del linguaggio economico come gli stakeholders, i futures, i brokers, le join ventures.


Accademia della Crusca:
Bisogna considerare, di volta in volta, se il forestierismo che intendiamo utilizzare sia acquisito stabilmente e da tempo nell'italiano e in questo caso possiamo lasciarlo invariato, o se invece sia neologismo recente o un termine fortemente specialistico e allora è consigliabile utilizzare il plurale della lingua di origine.


PLURALE DELLE PAROLE SPAGNOLE O PORTOGHESI

Il discorso cambia per le parole di origine spagnola o portoghese, che mantengono la s finale nel plurale: i viados, i desaparecidos, le tapas, gli indios, le telenovelas, i silos.
In questi casi la s finale deve essere tolta per la versione singolare, quindi gli esempi sopra riportati diventano: il viado, il desaparecido, la tapa, l’indio, la telenovela, il silo.


PLURALE DELLE PAROLE LATINE

Auditorium, agenda, bis, veto, ego, iter, humus, gratis, virus, tot, ultimatum… sono tantissime le parole latine che usiamo tutti i giorni, quasi senza accorgercene.
La regola grammaticale prevede che le parole latine, proprio come le parole straniere in genere, rimangano invariate, ossia che mantengano la stessa forma sia al singolare che al plurale.
Es. il referendum - i referendum, il lapsus - i lapsus, il vademecum - i vademecum, il bis - i bis, l’ultimatum - gli ultimatum, l’habitat - gli habitat, il quorum - i quorum.

Curiosità:
I curriculum oppure i curricula?
Stando alla regola generale, sono ammesse entrambe le forme, ma i curricula è considerata quella più corretta.





Fonti: Pubblicazioni di Elisabetta Perini - Pubblicazioni di Laila Cresta - Vocabolari della lingua italiana - Wikipedia - grammaticaitaliana.eu - Articoli vari.



  🎯 Se ti è piaciuto questo post,  🔗 condividi sui social 😉

                                                 ⇓⇓

domenica 5 luglio 2020

La verità sul caso Harry Quebert di Joël Dicker


LA VERITA’ SUL CASO HARRY QUEBERT
Joël Dicker

La verità sul caso Harry Quebert è un fiume in piena, travolge il lettore e lo calamita dalla prima all’ultima pagina. È il giallo salutato come l’evento editoriale degli ultimi anni: geniale, divertente, appassionante, capace di stregare prima la Francia, poi il mondo intero.


Editore: Bompiani (21 maggio 2015)
Collana: Narrativa straniera
Genere: Thriller
N° pagine: 784


Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito.
Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d’America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell’oceano. Convinto dell’innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trent’anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo.



La mia opinione

Ebbene, sì, l’ho letto anch’io. A circa sette anni dalla sua trionfale uscita l’ho comprato e ho scoperto finalmente qual è la verità sul famoso caso Harry Quebert. Ormai non ci dormivo la notte e mi sono detta che era assolutamente giunto il momento che anch’io sapessi il finale di questo annoso mistero. E la domanda che mi ha accompagnato per tutta la lettura è stata, per dirla alla Ezio Greggio: ‘È lui o non è lui?’

L’ho letto durante la quarantena e, complice il maggior tempo a disposizione, le 775 pagine sono volate in meno di una settimana.
Non vi dirò se mi è piaciuto oppure no, su questo libro è stato detto fin troppo.

Di sicuro la scrittura è scorrevole, come giallo è strutturato molto bene e i colpi di scena si susseguono; la curiosità, che libri come questo solleticano, ti fa venir voglia di voltare pagina, non c’è dubbio. Però, ho trovato questo libro molto… come dire… molto americano (anche se scritto da uno svizzero). 

Mi ha vagamente ricordato ‘I segreti di Twin Peaks’, che negli anni ’90 spopolò. Uno sperduto paesino dell’America sconosciuta, quattro anime che si conoscono fin dalla nascita, il mistero di una ragazzina scomparsa. Un mistero apparentemente inspiegabile e irrisolvibile, che con il passare del tempo svela retroscena dai dettagli che non immagini, ma che da una storia come questa ti aspetti. Scheletri nascosti negli armadi di ognuno dei personaggi coinvolti.

La crisi da pagina bianca del protagonista scrittore, la fortuna del primo libro e il suo vuoto letterario sono ripetute fino alla nausea.

È senza dubbio un libro ben scritto e la voglia di voltare pagina per scoprire nuove inquietanti verità nascoste ti prende fin dalle prime pagine, però è tutto un ‘già visto’, fin troppe volte.

Forse l’averlo letto a distanza di anni dall’uscita me lo ha fatto scadere; di questo libro e del conseguente film, è stato detto di tutto. Se l’avessi letto al tempo del lancio, probabilmente, mi avrebbe regalato altre emozioni.

Per i pochi che ancora non l’hanno letto, buona lettura!




🎯 Se ti è piaciuto questo post,  🔗 condividi sui social 😉

                                                 ⇓⇓

venerdì 3 luglio 2020

Enrico Fovanna



🎯 Se ti è piaciuto questo post,  🔗 condividi sui social 😉

                                                 ⇓⇓