Joël
Dicker
La verità sul caso Harry Quebert è un fiume in piena,
travolge il lettore e lo calamita dalla prima all’ultima pagina. È il giallo
salutato come l’evento editoriale degli ultimi anni: geniale, divertente,
appassionante, capace di stregare prima la Francia, poi il mondo intero.
Editore: Bompiani (21
maggio 2015)
Collana: Narrativa
straniera
Genere: Thriller
N° pagine: 784
Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito.
Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d’America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell’oceano. Convinto dell’innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trent’anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo.
La mia opinione
Ebbene, sì, l’ho letto anch’io. A circa sette anni dalla sua trionfale
uscita l’ho comprato e ho scoperto finalmente qual è la verità sul famoso caso
Harry Quebert. Ormai non ci dormivo la notte e mi sono detta che era
assolutamente giunto il momento che anch’io sapessi il finale di questo annoso
mistero. E la domanda che mi ha accompagnato per tutta la lettura è stata, per
dirla alla Ezio Greggio: ‘È lui o non è lui?’
L’ho letto durante la quarantena e, complice il maggior tempo a
disposizione, le 775 pagine sono volate in meno di una settimana.
Non vi dirò se mi è piaciuto oppure no, su questo libro è stato
detto fin troppo.
Di sicuro la scrittura è scorrevole, come giallo è strutturato
molto bene e i colpi di scena si susseguono; la curiosità, che libri come
questo solleticano, ti fa venir voglia di voltare pagina, non c’è dubbio. Però, ho trovato questo libro molto… come dire… molto americano
(anche se scritto da uno svizzero).
Mi ha vagamente ricordato ‘I segreti di Twin
Peaks’, che negli anni ’90 spopolò. Uno sperduto paesino dell’America
sconosciuta, quattro anime che si conoscono fin dalla nascita, il mistero di
una ragazzina scomparsa. Un mistero apparentemente inspiegabile e
irrisolvibile, che con il passare del tempo svela retroscena dai dettagli che
non immagini, ma che da una storia come questa ti aspetti. Scheletri nascosti
negli armadi di ognuno dei personaggi coinvolti.
La crisi da pagina bianca del protagonista scrittore, la fortuna
del primo libro e il suo vuoto letterario sono ripetute fino alla nausea.
È senza dubbio un libro ben scritto e la voglia di voltare pagina
per scoprire nuove inquietanti verità nascoste ti prende fin dalle prime
pagine, però è tutto un ‘già visto’, fin troppe volte.
Forse l’averlo letto a distanza di anni dall’uscita me lo ha fatto
scadere; di questo libro e del conseguente film, è stato detto di tutto. Se
l’avessi letto al tempo del lancio, probabilmente, mi avrebbe regalato altre
emozioni.
Per i pochi che ancora non l’hanno letto, buona lettura!
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