Per me è un onore e un piacere presentarvela: è una scrittrice straordinaria, io la definisco una macchina da guerra della scrittura, ed è una collega con cui ho condiviso giornate e nottate intense, ma soprattutto un'amica anche se a distanza. Ci siamo conosciute a un corso di scrittura nel 2018 e on-line abbiamo dato vita al nostro romanzo L'ammazzafavole senza mai incontrarci di persona. Ancora oggi stiamo aspettando quel momento, che spero arrivi presto. Non vedo l'ora!
Mi chiamo Nunzia Caricchio e sono
nata a Napoli nel Novembre del 1991. Figlia di uno dei quartieri più antichi,
il Rione Sanità, sono diventata donna quando il tempo delle bambole non era ancora
finito. Ho conseguito il Diploma in Beni Culturali al Liceo Artistico
Santissimi Apostoli di Napoli, per poi proseguire nel mondo del lavoro come
orlatrice di scarpe, borse e portafogli; mestiere artigianale imparato già
dall’età di dodici anni.
Ho
scoperto la lettura a cinque anni, grazie a mia sorella maggiore; la scrittura,
invece, è un dono che mi ha fatto prima il mio fratellino, poi il dolore. Sarebbe
inutile dirvi quando ho ricevuto questo regalo, perché credo che in certi casi
l’età anagrafica conti ben poco. Ciò che ottiene credito è quello che maturi
dentro.
Ho
iniziato a scrivere quando ho imparato a conoscere il dolore.
Avido,
ti si aggrappa alla pelle, scorticandola. Penetra fin dentro le viscere.
Non
sapevo come fare per rimarginare le ferite. E, allora, ho iniziato a scrivere,
scrivere, scrivere. La penna era l’ago; le parole il cotone.
Anno
dopo anno, alcune si sono rimarginate; altre sono rimaste crepe nella carne.
Nel settembre del 2018 ho
frequentato un corso di scrittura creativa diretto da Franco Forte, alla fine del
quale ho visto la pubblicazione del mio primo romanzo “L’Ammazzafavole”,
scritto a quattro mani con Sara Ossi. Pubblicazione che mi
ha permesso di vincere il Premio Letterario Internazionale Virgilio in Antica
Atella, e di ricevere una Menzione d’Onore al Premio
Letterario Residenze Gregoriane 2019.
A
seguire, ho frequentato corsi di Editoria, di Ufficio Stampa e Copywriting, grazie ai quali ho ampliato le mie competenze; ed è per questo che mi piace
definirmi "Multitasking di scrittura”.
Grazie
a tali corsi e a diverse esperienze, oggi posso offrire anche servizi
editoriali.
Nel
mese di Marzo 2020, il racconto “Sono Mia” è stato selezionato per la
pubblicazione nell’antologia, edita da Historica Edizioni, premio della IV
edizione del Concorso Letterario ‘Racconti Campani’.
E
non è l’unico racconto. Vi sono altri testi, di carattere psicologico e
sociale, scelti per diverse Antologie.
Ho
collaborato con alcune riviste e testate giornalistiche.
Come
sono arrivata a tutto questo? Semplice: ho lottato. Mi dicevano che non potevo.
Io, testarda, l’ho detto e l’ho fatto.
Oggi,
la mia pelle brucia ancora di cicatrici. Domani, ne nasceranno nuove. Ma non mi
importa. Ho imparato a convivere con il dolore: la scrittura mi permette di
renderlo sopportabile. Io
scrivo per rinascere.
Non è un caso che io scriva di temi delicati, sociali, trattanti la violenza di genere e in particolare quella sulle donne, sia fisica che psicologica. Alle spalle mi trascino la mia esperienza di donna calpestata, rinchiusa.
Non è un caso che io scriva di temi delicati, sociali, trattanti la violenza di genere e in particolare quella sulle donne, sia fisica che psicologica. Alle spalle mi trascino la mia esperienza di donna calpestata, rinchiusa.
Ho
dato vita a un brand: Sono mia. A esso segue uno slogan: Siamo donne. Siamo
nostre. Non oggetti da possedere. Presto
tale brand prenderà maggiore forma e consistenza. Nessuno mi potrà togliere la
penna dalla mano. Io
sono ciò che scrivo.
Dove contattarmi
Indirizzo
email: nunzia.caricchio@gmail.com
Instagram:
nunziacaricchio
Pagina
Facebook: Nunzia Caricchio Scrittrice
Qualcosa scritto da me
Lisa
era nervosa.
Continuava
a tormentarsi il cerchietto oro all’anulare sinistro, mentre gli incisivi
affondavano nel labbro.
La
sua gola, terreno assetato, le sbarrava il respiro.
Lisa
guardò l’orologio, poi la rampa di scale a dieci passi da dove era nascosta.
Erano
passati solo cinque minuti dal messaggio, e ne restavano... quanti al loro
incontro?
Si
accasciò, chiudendosi nel torrione dei suoi arti. Un turbinio di emozioni e
pensieri iniziò a vorticarle in testa. Scosse il capo nel tentativo di
placarlo.
Niente.
Uno
scalpiccio quasi silenzioso la mise in allerta; il cuore calciava il petto, e
il respiro iniziò a galoppare, sempre più veloce.
Si
alzò, e chiuse gli occhi.
Le
narici riconobbero il profumo di vaniglia misto a muschio bianco e Lisa aprì di
scatto gli occhi nel percepire il calore delle mani di Giovanni che ospitavano
le sue.
Lisa
incontrò lo sguardo del suo amante, e sorrise di un sorriso sollevato.
Volle
restare in quegli occhi scuri ancora qualche battito di ciglia. Poi, li lasciò.
-
Devi andartene. Lui sarà qui a momenti!
-
Non ho paura - rispose Giovanni, spingendola contro il muro.
Un
fremito le balenò nell’animo.
Lisa
si abbandonò alle labbra di Giovanni, che le timbravano il collo e la bocca e
il viso e ancora il collo.
Un
silenzio proibito permeava l’aria di quel pianerottolo all’ultimo piano,
illuminato solo dai neon fuori le porte.
Un
silenzio lacerato, senza preavviso, dalle porte dell’ascensore che si aprivano.
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