L’ARTE
SCONOSCIUTA DEL VOLO
Enrico
Fovanna
‘Io non pensavo mai alla morte.
Avevo
davanti l’eternità. La bellezza dei giorni, effimera come i fiori, e al
contempo infinita.
Un paradosso inconoscibile.
L’idea del declino, del resto,
non abita i bambini. Vivono e basta, come dovrebbe fare chiunque, nel puro struggimento
per l’incanto del mondo e per il privilegio di esserci.’
‘Il sottofondo dell’acqua. Le
chiacchiere di qualche uccello, o di due bagnanti lontani.
Il sole sulla pelle.
Sì. Forse l’infanzia è la stagione che precede il Male, la mia lo è stata.
E il
ritorno al paese ha risvegliato un fantasma, il custode dell’inquietudine.’
Qui, dietro l’apparente semplicità di ricordi raccontati in prima persona dagli occhi di un bambino, il lettore percepisce tutta la forza delle emozioni, la potenza dell’inconscio e la profondità della vita, racchiusa nel ricordo di pomeriggi spensierati, di un amore puro, di sensi di colpa sopiti, di giochi con i coetanei, di immagini rubate al mondo dei grandi. Il tutto, all’ombra di un mistero che, seppur drammaticamente feroce, non viene mai urlato nella narrazione.
Libro davvero molto bello, scrittura semplice, poetica e intensa.
Da non perdere!
'Mentre la maestra parlava di chissà cosa,
rimuginavo sul tragitto da fare in bici e sui punti di riferimento.
Ci sarei andato dopo l'ultima ora di scuola, e da solo.
Al pensiero, provai un po' di paura.
Poi compresi, e il tempo me lo avrebbe confermato,
che tutte le strade che contano passano dalla paura.'
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