venerdì 23 ottobre 2020

I leoni di Sicilia di Stefania Auci


I LEONI DI SICILIA
Stefania Auci

 
C’è stata una famiglia che ha sfidato il mondo. Una famiglia che ha conquistato tutto.
Una famiglia che è diventata leggenda. Questa è la sua storia.

 
Editore: Nord (maggio 2019)
Collana: Narrativa Nord
Genere: Romanzo Storico
N° pagine: 437

 
Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti. E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione... E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri - il marsala - viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re; a Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno - sott'olio e in lattina - ne rilancia il consumo in tutta Europa... In tutto ciò, Palermo osserva con stupore l'espansione dei Florio, ma l'orgoglio si stempera nell'invidia e nel disprezzo: quegli uomini di successo rimangono comunque «stranieri», «facchini» il cui «sangue puzza di sudore». Non sa, Palermo, che proprio un bruciante desiderio di riscatto sociale sta alla base dell'ambizione dei Florio e segna nel bene e nel male la loro vita; che gli uomini della famiglia sono individui eccezionali ma anche fragili e - sebbene non lo possano ammettere - hanno bisogno di avere accanto donne altrettanto eccezionali: come Giuseppina, la moglie di Paolo, che sacrifica tutto - compreso l'amore - per la stabilità della famiglia, oppure Giulia, la giovane milanese che entra come un vortice nella vita di Vincenzo e ne diventa il porto sicuro, la roccia inattaccabile.
 

La mia opinione

Cosa si può dire, che non sia già stato detto, del libro più venduto del 2019? Forse ero rimasta una delle poche a non averlo ancora letto, quindi mi sono adeguata.
Amo le storie di saghe famigliari, che attraversano i secoli, la storia, le avversità di generazioni a confronto.

Siamo nella Sicilia dei primi anni dell’800 e la Auci ci racconta come nasce la fortuna di quella che diventerà una delle famiglie più potenti dell’isola, una Sicilia oggetto del desiderio di molti conquistatori e di un’Italia destinata, non senza ostacoli, all’unità.
È in questi contesti che i fratelli Florio, commercianti di spezie, tentano di guadagnarsi un posto nella Palermo che conta.

Vincenzo è il protagonista indiscusso di questo romanzo: potente, irriverente al punto giusto, spregiudicato commerciante, spesso indisponente, ma dallo splendore letterario indiscusso.
 
“Vincenzo rimane immobile in mezzo alla strada, mentre Palermo gli scorre addosso.
Le finestre si richiudono, risa sfumano tra l’acciottolio dei carri.
Alcuni lo guardano con simpatia, con compatimento. Altri ancora non nascondono il disprezzo. E’ il sangue che fa la differenza.
Si allontana dalla piazza. Testa alta, schiena dritta. Ma si sente di piombo.
Tutto in lui sta andando in pezzi. Solo l’umiliazione lo tiene insieme.
Mai più, si dice.
Mai più.”
 
Non lascia indifferente la condizione della donna, la spregiudicata e ottusa prevalenza maschile, e la considerazione pressoché nulla delle femmine di casa e di come questa condizione sia tradizionalmente e storicamente accettata dalle donne stesse.

Apprezzabili le parti in dialetto siciliano, anche se spesso rallentano il ritmo.

Nel complesso è stata una lettura piacevole e interessante, ma l’ho trovata a tratti molto lenta. Avevo letto opinioni contrastanti, ora ne capisco le motivazioni.

Potrei promuoverlo, ma non a pieni voti.

In ogni caso lettura consigliata a chi, come me, lo ha visto sugli scaffali di tutte le librerie o sui post di tutte le pagine letterarie, senza farsi convincere all’acquisto per molto tempo.

Se non lo avete ancora fatto, è giunto il momento di leggerlo!


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sabato 10 ottobre 2020

Il rumore delle cose che iniziano di Evita Greco

          IL RUMORE DELLE COSE CHE INIZIANO

Evita Greco
 
“Le cose, quando iniziano, fanno un rumore bellissimo.”
 
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli (2 febbraio 2017)
Genere: Narrativa Contemporanea
N° pagine: 328

 
Cosa faresti se la tua bambina avesse paura di andare a scuola? Cosa le diresti per convincerla a farsi coraggio? Per la sua nipotina Ada, Teresa inventa un gioco: ogni volta che una cosa bella sembra finire, bisogna aguzzare le orecchie e prestare attenzione ai rumori. Solo così si possono riconoscere quelli delle cose che iniziano. Alcuni sono semplici e hanno dentro una magia speciale: un'orchestra che accorda gli strumenti, il vento in primavera, il tintinnio delle tazze riempite di caffè... Ma nella vita non sempre sappiamo riconoscere le cose belle. Quando perdiamo fiducia in noi stessi, quando qualcuno ci tradisce, o ci dice addio, sembra che nulla possa davvero iniziare. Ada ci pensa spesso, ora che nonna Teresa è ammalata. Nei corridoi dell'ospedale la paura di restare sola è così forte da toglierle il respiro, ma bastano due persone per ricordarle che si può ancora sorridere: Giulia, un'infermiera tutta d'un pezzo, e Matteo, che le regala margherite e la sorprende con una passione imprevista. Perché è proprio quando il mondo sembra voltarti le spalle che devi ascoltarne i rumori, e farti trovare pronta. Guardati intorno, allunga la strada, sbaglia a cuor leggero e ridi più spesso che puoi. Ogni volta che qualcosa finisce, da qualche parte ce n'è un'altra che inizia.
 

La mia opinione

 “Per Ada ci sono rumori che meritano più attenzione di altri.
Il rumore che fa un’orchestra quando gli strumenti vengono accordati, 
un attimo prima che il concerto inizi.
Quello che fanno le foglie quando si alza il vento.
E quello che fanno le tazzine quando i baristi le sistemano sopra le macchina del caffè.
Ada sa che ci sono cose che, quando iniziano, fanno rumore.
E quando sente quel rumore, si ferma e ascolta.
Ascolta il rumore delle cose che iniziano.”

 
Questo è un libro malinconico e triste, che lascia cicatrici profonde. È la storia del legame indissolubile e sincero che lega Ada alla nonna, ormai anziana e malata. Un legame fatto di ricordi, abitudini, piccoli gesti e dolci aneddoti che Ada porterà nel cuore per sempre.
La prima parte della narrazione è lenta e dolorosa, a tratti surreale, come surreale è il personaggio di Ada, giovane donna soffocata da una realtà che il più delle volte non capisce e non afferra.
Nella seconda parte il racconto cambia marcia, prende slancio e tutto sembra ritornare su una dimensione più realistica. Perché per ogni cosa che finisce ce n’è sempre una che inizia e se ascolti bene potrai sentirne il rumore.

 
“Da allora, Ada aveva sempre avuto pazienza e, per distinguere le cose che finiscono da quelle che iniziano, aveva imparato a stare attenta.
Aveva capito che le cose, quando finiscono, lo fanno in silenzio.
Mentre quelle che iniziano fanno un rumore bellissimo.”

 
Un libro delicato e profondo, struggente e intenso.
Consigliato a tutti quelli che sorridono pensando ai propri nonni.



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