Valentina
D’Urbano
Editore: Longanesi (10.02.2012)
Collana:
Genere: Narrativa
contemporanea
N° pagine: 319
In un luogo fatto di polvere, dove ogni cosa ha un soprannome,
dove il quartiere in cui sono nati e cresciuti è chiamato "la
Fortezza", Beatrice e Alfredo sono per tutti "i gemelli". I due
però non hanno in comune il sangue, ma qualcosa di più profondo. A legarli è
un'amicizia ruvida come l'intonaco sbrecciato dei palazzi in cui abitano, nata
quando erano bambini e sopravvissuta a tutto ciò che di oscuro la vita può
regalare. Un'amicizia che cresce con loro fino a diventare un amore selvaggio,
graffiante come vetro spezzato, delicato e luminoso come un girasole. Un amore
nato nonostante tutto e tutti, nonostante loro stessi per primi. Ma alle soglie
dei vent'anni, la voce di Beatrice è stanca e strozzata. E il cuore fragile di
Alfredo ha perso i suoi colori. Perché tutto sta per cambiare.
La mia opinione
Siamo all’inizio degli anni ’80, alla periferia di una grande
città, in un quartiere chiamato la Fortezza.
Il libro, uscito qualche anno fa, racconta il degrado della
periferia, dove non entra nemmeno la polizia; racconta di violenza domestica,
di case occupate abusivamente, di giornate passate al bar senza far niente, di
vite già perse. Luoghi dove si diventa grandi molto presto, dai quali si tenta
di scappare, il più delle volte senza riuscirci.
Non voglio cucirmi addosso l’odore stantio degli androni bui, non
voglio respirare la sporcizia di queste strade, non rimarrò qui a guardare
questi palazzi bianchi infilzati dalle antenne abusive, con l’intonaco che si
disfa, si sbriciola, cade a pezzi come certe vite. […] Lascerò indietro dei
pezzi di me, e non raccoglierò nemmeno i cocci che perderò per strada.
La storia è raccontata in prima persona da Beatrice. Lei e Alfredo
si conoscono fin da bambini, tutti li chiamano ‘i gemelli’, ‘perché a forza
di stare insieme erano diventati identici, sputati, come due gocce d’acqua’.
Mangiano insieme, dormono insieme, crescono e diventano grandi in fretta senza
mai separarsi. Il loro è un legame indissolubile che resiste al tempo, alle
violenze, al mondo che li circonda; resiste nonostante loro.
Io non avevo mai odiato nessuno come odiavo lui in quel momento. E
non avevo mai amato nessuno come sentivo di amare lui in quell’istante.
La storia inizia dal suo epilogo; al lettore viene svelato fin
dalle prime pagine quale sarà la conclusione di quel legame sporco e selvaggio,
eppure purissimo e reale, che a vent’anni ti porta a essere già stanco della
vita e con la sola voglia di scappare ovunque pur di andare più lontano
possibile da lì.
Questo è un libro crudo e crudele, sincero e autentico. Una storia
così non si inventa, devi averla vista passare davanti agli occhi.
Molto brava Valentina D’urbano, che dopo un paio d’anni, è uscita con ‘Alfredo’, la stessa storia ma raccontata dalla prospettiva maschile dei ‘gemelli’; questa volta sarà lui a raccontare la sua versione dei fatti.
Molto brava Valentina D’urbano, che dopo un paio d’anni, è uscita con ‘Alfredo’, la stessa storia ma raccontata dalla prospettiva maschile dei ‘gemelli’; questa volta sarà lui a raccontare la sua versione dei fatti.
Due libri consigliatissimi; una penna schietta, da tenere
d’occhio.
Buona lettura!
Pensai che forse anch’io ero così e che se non lo ero ancora lo
sarei diventata. Un giorno mi sarei stufata. Un giorno mi sarebbe passata la
voglia di prenderlo a calci per raddrizzarlo. Un giorno non me ne sarebbe
fregato più niente, mi sarei rassegnata, e chiudendo gli occhi come facevano
quelle persone che aspettavano, l’avrei lasciato andare.
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